Sono passati ormai diversi anni da quando frequentavo la scuola di Osteopatia.
All'inizio del corso, dopo una prima fase di smarrimento da tradursi con: "..ma di cosa stanno parlando questi....?" ho cominciato a mettere insieme i tasselli e piano piano tutto ciò che mi era sembrato fumoso e vago, ha iniziato ad assumere chiarezza.
Dopo pochi seminari ho iniziato a mettere in pratica ciò che mi veniva insegnato, avevo le mie "cavie", utilizzate come tali per parecchio tempo, e cominciavo poco a poco a sentirmi invincibile.
Non avevo nemmeno percorso un terzo del cammino ma avevo già la sensazione di essere un OSTEOPATA.
Poco prima di terminare gli studi tutti i nostri docenti dicevano: "Ragazzi, adesso viene il bello, vedrete quanto dovrete studiare ancora"; "non penserete mica di essere arrivati, la strada è ancora lunga"
Adesso ne ho la certezza: è tutto vero, ma a quell'epoca....mi sentivo già un OSTEOPATA
Avevo la sensazione di essere invincibile; mi sentivo il migliore OSTEOPATA; chiunque si rivolgesse a me doveva guarire perchè io ero "il migliore".
Dopo qualche tempo, ecco però palesarsi le prime delusioni professionali.
Alla classica domanda rivolta al paziente: "Buon giorno come sta?" sentirsi rispondere: "Guardi, il disturbo che avevo è ancora presente, non è cambiato nulla", non era per niente rassicurante; tutt'altro....
L'aurea di invincibilità cominciava a vacillare e l'ansia di aver fallito, prendeva possesso di me.
Inutile dirvi quante sere ho passato pensando ai miei pazienti che ancora non stavano bene; quante volte ho pensato alle tecniche che avevo utilizzato e quali avrei potuto utilizzare in alternativa.
Ho capito solo successivamente che in realtà dovevo imparare una cosa molto semplice: la GESTIONE DELL'INSUCCESSO.
Non è facile accettare una sconfitta ma è inevitabile doverla metabolizzare.
Il mio desiderio più grande, da sempre, è quello di far star bene i miei pazienti. Ho cominciato quindi a pensare di avvalermi delle conoscenze e dell'esperienza di tanti altri professionisti, colleghi Osteopati e non solo. Ho quindi iniziato a consigliare anche altri approcci terapeutici, in modo del tutto naturale e disinteressato.
L'onestà fa parte della mia natura ed altrettanto onestamente ho sempre spiegato ai miei pazienti ciò che facevo e quale era l'obiettivo che mi prefissavo. Tuttavia, se solo mi si palesava il minimo dubbio di insuccesso o inefficienza, consigliavo ai pazienti di lavorare su altri aspetti che forse potevano rivelarsi risolutivi.
La prima, naturale conseguenza di questo "consiglio" è che il paziente sparisca e non dia più notizie di sè per parecchio tempo.....Ma quasi sempre, a distanza di qualche mese/anno, lo stesso paziente ricompare in studio. E' tornato; ne immaginate il motivo? Sta bene!
Il consiglio fornitogli tempo addietro ha funzionato; i trattamenti osteopatici, seppur con un po' di ritardo, hanno dato i frutti sperati. Credo di poter sottolineare che il paziente ritorni perchè ha saputo apprezzare l'onestà con cui ho manifestato la mia insoddisfazione per l'insuccesso dei trattamenti ed ha saputo dare il giusto peso e valore ai miei suggerimenti. Che soddisfazione rivedere questi pazienti!
Ecco spiegato il SUCCESSO DELL'INSUCCESSO.
Con il passare del tempo ci si rende conto che molto probabilmente gli eventuali fallimenti di chi ti ha preceduto medico o terapista che sia, non siano dovuti ad incapacità o inettitudine. Semplicemente non si è trovata la strada giusta per risolvere il disagio del paziente.
Umiltà, rispetto dei colleghi ed onestà nei confronti dei pazienti che soffrono e chiedono aiuto: queste le parole chiavi per il proprio successo
Sento di poter dire che questi pazienti sono pochi, fortunatamente e che nella maggior parte dei casi l'approccio Osteopatico è altamente risolutivo ed efficace.
E poi non dimentichiamolo: effettivamente sono un bravo Osteopata!!
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