Mi permetto di segnalarvi questo interessante articolo scritto da un illustre collega, Luca Franzon.
L'anatomia
e la fisiologia dell'apparato gineco-urinario è
particolarmente complessa.
E' bene
aver presente che tutte le componenti viscerali (peritoneali,
extraperitoneali,sovra peritoneali) possiedono, grazie alle strutture
legamentose di sostegno alle quali sono ancorate ed al sistema fasciale che le
mette in relazione l'un l'altra, una motilità
intrinseca ed un movimento di scivolamento proprio sulle superfici
connettivali.
Il motore
della mobilità viscerale è essenzialmente il diaframma (principale muscolo
inspiratore). Esso durante l'inspirazione si abbassa, comprimendo i visceri cui
è ancorato ed eseguendo
un'azione di "spremitura" degli stessi; nell'espirazione invece il
pavimento pelvico, fungendo da tappeto elastico, esercita una controspinta verso
l'alto e facilita il movimento di risalita del diaframma in senso verticale.
L'apparato
ginecologico in toto trova sostegno grazie al pavimento pelvico. Esso è costituito da diversi muscoli che prendono origine sulle
pelvi e sulle anche. Vi è quindi una stretta
correlazione anatomica tra la componente strutturale e l'apparato ginecologico
stesso. E' quindi possibile comprendere che un'alterata funzionalità di quest'ultimo tenda a creare alterazioni della mobilità sulla struttura adiacente e possibili ripercussioni a
distanza ad altri apparati limitrofi (per esempio, è possibile rilevare una donna affetta da algia lombare che
si manifesta a causa di una tensione legamentosa anteriore a carico dei
legamenti sacro-uterini per un'isterectomia parziale pregressa).
Viceversa,
è anche possibile però che una restrizione cinetica di mobilità del tratto lombo-sacrale possa avere influenze, di natura
funzionale, sugli organi viscerali inferiori(per esempio,a livello uterino,
creando alterazioni del ciclo che può divenire irregolare e/o
doloroso, o manifestando l'insorgenza di una cefalea riflessa fronto-orbitale)
creando alterazioni della corretta fisiologia degli stessi.
Anche in
questo campo è importante che l'osteopata
abbia la possibilità di collaborare con un ginecologo
per integrare l'efficacia del trattamento osteopatico alla diagnosi medica,
affinchè si ottenga una completa
remissione del problema.
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