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giovedì 24 aprile 2014

LE LOMBALGIE NELL'EQUITAZIONE

Volevo condividere uno studio da me effettuato pochi anni fà in uno sport meraviglioso qualè l'equitazione.
Il rachide lombare risulta il segmento della colonna tra i più esposti agli effetti lesivi del sovraccarico funzionale e dei carichi connessi alla dinamica del gesto sportivo.
Tra gli atleti che praticano equitazione il "il mal di schiena" è abbastanza diffuso; il problema delle algie lombari è probabilmente determinato da sovraccarichi ciclici e posture errate, durante l'esecuzione dei gesti tecnici.
Questo studio è nato con lo scopo di identificare quanto e perchè le diverse azioni tecniche della disciplina possano essere causa di algie, e di programmare una serie di esercizi posturali e di potenziamento atti a evitare una errata esecuzione del gesto tecnico causa di dolori.
La prima fase della ricerca è stata quella di ricostruire la meccanica articolare e muscolare nei diversi gesti motori dell'equitazione che grazie al questionario proposto erano a più alto rischio algico.
Per poter effettuare e confermare quanto affermato si sono raccolti dei dati attraverso un questionario proposto ad un gruppo di 120 atleti che praticano equitazione di diverso livello agonistico.

CAMPIONE DI RICERCA

N° totale atleti 120
Età media (anni ) 18,6 
Anni di pratica (media) 5,6
Età inizio attività (media) 13,2

SINTESI DEI RISULTATI

L'età media degli atleti che accusano dolori lombari è pari a 22,2. Questo dato ci fà capire che le algie non sono dovute a deterioramento delle strutture articolari e a invecchiamento.
I soggetti lombalgici hanno in media 2,5 anni in più di pratica sportiva e effettuano un allenamento settimanale  in più rispetto agli atleti non lombalgici.
Praticare contemporaneamente DRESSAGE e SALTO comporta un incidenza maggiore dell'insorgenza delle algia lombari.
Non solo le continue sollecitazioni a cui il rachide è sottoposto nello sport dell'equitazione predispongono al dolore lombare ma anche i traumatismi diretti ovvero le "cadute" provocano spesso grandi problemi agli atleti.
Non viene praticata, se non in una piccolissima percentuale, alcuna pratica di una preparazione atletica mirata. Questo influisce in maniera determinante sull'insorgenza delle algie. Il 69% degli atleti riferisce che il dolore è avvertito come "muscolare".
Per quanto riguarda il gesto tecnico che viene maggiormente avvertito come dolente per la colonna è il TROTTO SOLLEVATO.

CONCLUSIONI

A conclusione del lavoro, si può affermare che una buona preparazione e un buon avviamento motorio sono fondamentali per ottenere in seguito un successo nel lavoro tecnico. Essi migliorano la capacità aerobiche, l'equilibrio e forniscono un adeguato potenziamento muscolare, aspetti fondamentali nella costruzione di un buon cavaliere.
L'inserimento nella preparazione atletica di esercizi specifici ed un buon avviamento motorio all'inizio di un buon allenamento, sono da considerare dei principi fondamentali nella vita sportiva di ogni cavaliere.

Una buona proposta di allenamento da me elaborata è un lavoro a "circuito" composta da 14 stazioni. Per chi volesse approfondire l'argomento può contattarmi personalmente.
Grazie per l'attenzione






venerdì 11 aprile 2014

OSTEOPATIA E GINECOLOGIA

Mi permetto di segnalarvi questo interessante articolo scritto da un illustre collega, Luca Franzon.

L'anatomia e la fisiologia dell'apparato gineco-urinario è particolarmente complessa.
E' bene aver presente che tutte le componenti viscerali (peritoneali, extraperitoneali,sovra peritoneali) possiedono, grazie alle strutture legamentose di sostegno alle quali sono ancorate ed al sistema fasciale che le mette in relazione l'un l'altra, una motilità intrinseca ed un movimento di scivolamento proprio sulle superfici connettivali.

Il motore della mobilità viscerale è essenzialmente il diaframma (principale muscolo inspiratore). Esso durante l'inspirazione si abbassa, comprimendo i visceri cui è ancorato ed eseguendo un'azione di "spremitura" degli stessi; nell'espirazione invece il pavimento pelvico, fungendo da tappeto elastico, esercita una controspinta verso l'alto e facilita il movimento di risalita del diaframma in senso verticale.

L'apparato ginecologico in toto trova sostegno grazie al pavimento pelvico. Esso è costituito da diversi muscoli che prendono origine sulle pelvi e sulle anche. Vi è quindi una stretta correlazione anatomica tra la componente strutturale e l'apparato ginecologico stesso. E' quindi possibile comprendere che un'alterata funzionalità di quest'ultimo tenda a creare alterazioni della mobilità sulla struttura adiacente e possibili ripercussioni a distanza ad altri apparati limitrofi (per esempio, è possibile rilevare una donna affetta da algia lombare che si manifesta a causa di una tensione legamentosa anteriore a carico dei legamenti sacro-uterini per un'isterectomia parziale pregressa).

Viceversa, è anche possibile però che una restrizione cinetica di mobilità del tratto lombo-sacrale possa avere influenze, di natura funzionale, sugli organi viscerali inferiori(per esempio,a livello uterino, creando alterazioni del ciclo che può divenire irregolare e/o doloroso, o manifestando l'insorgenza di una cefalea riflessa fronto-orbitale) creando alterazioni della corretta fisiologia degli stessi.
Anche in questo campo è importante che l'osteopata abbia la possibilità di collaborare con un ginecologo per integrare l'efficacia del trattamento osteopatico alla diagnosi medica, affinchè si ottenga una completa remissione del problema.