Lavora Sano
a cura di Paolo Pezzali
(trovate l'intero articolo all'interno di SantagostinoMagazine scaricando il nuovo Digital Book)
Chi lavora in ufficio spesso trascura la postura e il movimento fisico. I disturbi muscolo scheletrici sono un problema di salute sempre più diffuso oltre che un danno reale alle aziende. I consigli
dell’osteopata per prevenirli e stare meglio
Siediti bene, lavora meglio
Quanto movimento facciamo nella nostra vita? Quanto tempo dedichiamo al movimento?
Da quello che vedo e ascolto nel mio lavoro quotidiano, direi molto poco. Entriamo in ufficio e ne usciamo 8 ore dopo, torniamo a casa, ci sediamo a tavola e prima di andare a letto diamo un’ultima controllata al pc. Troppe ore trascorse seduti alla scrivania. Chi lavora prevalentemente al computer, inoltre, assume inevitabilmente delle posture viziate e scomode che a lungo andare possono alterare la funzionalità del nostro sistema muscolo scheletrico.
Le malattie professionali moderne
Le malattie professionali sono tutte le patologie che si sviluppano
a causa della presenza di stimoli nocivi nell’ambiente di lavoro. Storicamente, i fattori di rischio più comuni sono ambienti con scarsa igiene o sovraffollati, ritmi di lavoro elevati e mansioni ripetitive.
A questi si sono recentemente aggiunti fattori emergenti legati principalmente al lavoro d’ufficio (attualmente in Italia il terziario è il settore che occupa il maggior numero di lavoratori), in cui si hanno molte tipologie di malattie professionali, in genere di scarsa gravità, ma importanti per il numero di casi registrati.
In questo ambito il rischio è dovuto a:
- uso eccessivo del computer che porta a patologie
legate a vista, stress, ergonomia, come patologie spinali e
sindrome del tunnel carpale
- impianti di condizionamento, che portano a infezioni,
asma e alveoliti allergiche.
Quali sono le situazioni più a rischio?
Le posizioni fisse determinano prolungate contrazioni di uno o più gruppi muscolari.
La posizione in piedi prolungata può determinare anche senso di peso ed edema agli arti inferiori. In condizioni più gravi possono comparire anche varici e lesioni ulcerose.
La posizione seduta prolungata, specie se su sedie non adeguate, può invece determinare una compressione dei vasi venosi della parte posteriore delle cosce e difficoltà circolatorie alle gambe.
I movimenti ripetitivi possono sovraccaricare o comprimere i nervi e i tendini fino all’infiammazione.
La movimentazione di carichi comporta rischi all’integrità del rachide. Esempio: azioni di sollevare, deporre, tirare, portare o spostare carichi, eseguite frequentemente o in condizioni non ergonomiche.
Quali sono le patologie più comuni?
Il mal di schiena: se è interessata l’area lombare, il mal di schiena viene chiamato in termini medici lombalgia. Cervicalgia e dorsalgia quando sono interessate le altre regioni, rispettivamente collo e dorso.
La lombalgia è il quadro più frequente: consiste in un dolore acuto o cronico della regione lombare. La forma acuta è caratterizzata dalla brusca comparsa del dolore e dal blocco, più spesso in occasione di uno sforzo in flessione. Si presentano tipicamente episodi ripetuti di questo tipo di dolore acuto.
Periartrite scapolo omerale: è un’infiammazione che colpisce alcune o tutte le strutture che compongono l’articolazione della spalla: comprende tendinite, tenosivite, borsite.
Sindrome del tunnel carpale: a livello del polso s’incontrano strutture osteo-articolari che possono essere interessate da patologie dovute a movimenti ripetuti. La sindrome del tunnel carpale inizia con dolore e formicolii a livello del polso e del palmo della mano. Compaiono in seguito formicolii e deficit di sensibilità delle prime tre dita, perdita di forza nel movimento di allontanamento del pollice; il dolore ed i formicolii sono spesso più intensi di notte. È associata alle attività lavorative che richiedono ripetute e forzate flessioni del polso. Le denunce all’Inail di questa malattia, dal 1997 ad oggi, si sono più che triplicate.
La sindrome del tunnel carpale occupa ora uno dei primi posti tra le malattie denunciate e indennizzate. Tra le cause della malattia, più diffusa tra le lavoratrici, risulta importante anche la bassa temperatura nei locali di lavoro.
Quali accorgimenti adottare sul posto di lavoro?
Come abbiamo detto, sicuramente la postazione lavorativa ha una grande importanza. Sarebbe preferibile utilizzare una sedia con un supporto lombare e mantenere una posizione del busto quanto più eretta possibile.
La sedia dovrebbe essere posizionata ad un’altezza tale da permettere al capo di stare dritto con il monitor posto frontalmente e di conseguenza le nostre braccia dovrebbero
essere in posizione di relax con gli avambracci ben adagiati sulla scrivania. Infine sarebbe preferibile inserire sotto il polso della mano che si usa con il mouse, un piccolo supporto morbido in modo tale da scaricare la tensione da tutta la muscolatura dell’avambraccio.
È sicuramente indicata una regolare attività fisica con lavoro muscolare generale di rinforzo e allungamento,
Ma forse è ancora più importante prevedere, durante tutto
l’arco della giornata lavorativa, delle brevi pause nelle quali
poter fare brevi e semplici esercizi di stretching e di mobilizzazione
dei diversi comparti articolari.
Ovviamente, i trattamenti osteopatici possono essere di grande aiuto. Prevedere ogni tanto un intervento manuale di un osteopata professionista, può essere determinante per recuperare e mantenere una buona mobilità di tutti i distretti articolari coinvolti.
Uno dei padri dell’osteopatia, Rollin Becker, incentrò il suo lavoro sul concetto di “vita in movimento”: tutto ciò che è vivente è in movimento e la vita stessa si manifesta come movimento. Aiutare i pazienti a recuperare la “salute”, dunque, richiede che gli impedimenti al libero movimento vengano rimossi.
Quanto costano le malattie professionali?
Ogni anno i danni alla salute causati dal lavoro costano al paese ben 41,8 miliardi di euro, una cifra superiore al 3% del pil.
Le principali cause delle assenze dei lavoratori sono:
• le patologie muscolo-scheletriche sono indicate al 78 per cento come la principale causa delle assenze di lungo periodo;
• il 31 per cento fa riferimento alle lombalgie
• il 47 per cento fa riferimento ad altre patologie muscolo- scheletriche.
Ma cosa dicono linee guida in materia di tutela della
salute nei luoghi di lavoro?
Il Decreto Legislativo 81/08 In materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro recita:
• si obbligano le aziende a farsi carico di una valutazione
dei rischi collettivi che possono pregiudicare la
sicurezza o la salute dei lavoratori (art.15 e 17);
• si obbligano le aziende a verificare la presenza di
rischi riconducibili allo stress correlato all’attività lavorativa
di porvi rimedio e di monitorare costantemente
la situazione (art. 28);
• sull’utilizzo dei videoterminali in azienda, il legislatore
obbliga le aziende ad analizzare il posto di lavoro
dal punto di vista della valutazione dei rischi per vista e
occhi, per disfunzioni di carattere posturale e muscolo/
scheletrici e per l’ergonomia e igiene ambientale degli
uffici. Qualora il datore di lavoro incontri situazione “rischiose”
deve “adottare le misure appropriate per ovviare”
ad esse (art. 174).
Bibliografia
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2. Paoli P.; Lesioni da stress; Fondazione europea per il miglioramento
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3. Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro; L’impatto
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6. Buckle P., Deveraux J.; Work-related neck and upper limb musculoskeletal
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7. Hagberh M. et A1,; Work Related Muskuloskeletal Disorders
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(Eds); London; Taylor and Francis; 1995